1) Deve esserci dietro un'implementazione sullo switch fisico
questo in assoluto è il più grosso limite di questa configurazione, e il motivo per cui spesso si preferisce portID. Dato che comunque tutte e due splafonano a 1 gbits per singola connessione, col secondo si è indipendenti dal network, e ciò non solo per le battutacce sui rapporti con "quelli del network", ma anche e soprattutto perchè se devi riconnettere un nodo, cambiare schede, aggiungere un nuovo nodo, lato switch fisico devi solamente connetterlo. Ma anche lato switch si possono fare manutenzioni senza troppi problemi.
Altro vantaggio: solo switch di fascia medio-alta permettono il "cross-stack-etherchannel" chiamato in altri modi dai vari produttori. Ovvero il trunk suddiviso tra più switch. Se non lo puoi fare, tutto il trunk deve essere attestato su un unico switch fisico, che quindi diventa subito un single point of failure. Col portID suddividere gli uplink tra più switch è un attimo.
Con 5.1 e il dynamic LACP probabilmente cambieranno le cose, dato che si potrà usare finalmente il protocollo LACP a pieno. Ad esempio con l'attuale IP hash non puoi verificare lo stato del trunk dallo switch, connetti i cablaggi e "speri" che tutti i canali siano funzionanti. Infatti quando c'è qualche problema solitamente lo si scopre scollegando uno alla volta gli uplink...
3)il sistema non tiene conto del carico di lavoro della NIC quindi in un ambiente ricco di VM è possibile che il calcolo restituisca una NIC fisica già fortemente utilizzata.
Per questo devi passare al "load based team balancing" che però è disponibile solo tramite NIOC, ovvero con licenza Enteprise Plus.
Ciao.